SARA POLI, Revoca e attribuzione della cittadinanza: quali condizionamenti impongono le disposizioni dei Trattati sulla cittadinanza europea e quelle sulla Politica Estera e di Sicurezza Comune?

Abstract (ITA)

Il presente contributo analizza l’evoluzione della giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea in materia di revoca e concessione della cittadinanza, con particolare riferimento alle disposizioni dei Trattati relative alla cittadinanza dell’Unione. L’attenzione si concentra in particolare sulla recente sentenza Commissione/Malta (C-181/23), nella quale la Corte ha dichiarato l’illegittimità del programma maltese di concessione della cittadinanza mediante investimenti (Citizenship by Investment). Il ragionamento adottato dalla Corte per giungere a tale conclusione solleva alcune perplessità, in assenza di una clausola anti-abuso nei Trattati, specificamente riferita alla cittadinanza dell’Unione, quale possibile strumento per contrastare il fenomeno delle cosiddette legislazioni sui “passaporti d’oro”. Non risulta convincente neppure l’interpretazione dei principi di solidarietà, fiducia reciproca e leale cooperazione tra Stati membri. Infine, il saggio sostiene che la competenza degli Stati membri in materia di concessione della cittadinanza non può considerarsi illimitata, ma deve essere esercitata nel rispetto delle disposizioni dei Trattati, in particolare di quelle relative alla Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC). In tale prospettiva, si ritiene che gli Stati membri dovrebbero astenersi dal concedere la cittadinanza a soggetti stranieri inclusi nelle cosiddette “liste nere” delle misure restrittive adottate dall’Unione in risposta a illeciti internazionali.

Abstract (ENG)

This paper examines the evolution of case law of the Court of Justice of the European Union concerning the revocation and conferral of citizenship, in light of the Treaty provisions on Union citizenship. Particular attention is devoted to the recent ruling in Commission v. Malta (C-181/23), in which the Court found Malta’s citizenship-by-investment programme to be unlawful. The reasoning underpinning the Court’s conclusion is not fully convincing, in the absence of a clause on the prohibition of the abuse of Union citizenship within the Treaties that could outlaw the so-called “golden passport” schemes. The interpretation of the principles of solidarity, mutual trust, and sincere cooperation among Member States is also weak. Finally, the paper argues that Member States’ competence to grant citizenship is not unlimited, but must be exercised in compliance with the Treaty provisions, particularly those relating to the Common Foreign and Security Policy (CFSP). Accordingly, Member States should refrain from granting citizenship to foreign nationals who are placed in black lists of EU restrictive measures adopted in response to wrongful acts of international law.

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