Abstract (ITA)
La ormai conclamata contrarietà rispetto al diritto UE delle norme nazionali che dispongono la proroga ex lege – in maniera automatica e generalizzata – delle concessioni demaniali marittime e fluviali a scopo turistico-ricreativo e il conseguente obbligo, secondo la giurisprudenza del Consiglio di Stato, di provvedere alla relativa (generalizzata) disapplicazione forniscono interessanti spunti di riflessione in ordine alle condizioni e ai limiti in presenza dei quali sia consentito riconoscere a una direttiva non attuata (o, come nella fattispecie, non correttamente trasposta) l’idoneità a produrre effetti diretti, ancorché da ciò discendano implicazioni di segno negativo a carico dei privati attuali concessionari.
Abstract (ENG)
The inconsistency with respect to EU law of national rules that provide for the ex lege extension (in an automatic and generalized manner) of maritime concessions for tourist-recreational purposes and the consequent obligation, according to the case-law of the Italian Council of State, to disapply (indiscriminately) such rules stimulate a reflection upon the conditions in the presence of which it may be deemed admissible to recognize that a directive which has not been implemented (or, as in the case at hand, has not been correctly transposed) is capable of producing direct effects, even if negative implications for current concessionaires derive from this.