ABSTRACT – Le recenti conclusioni dell’Avvocato generale de la Tour nelle cause C-808/21, Commissione c. Repubblica Ceca, e C-814/21, Commissione c. Polonia, offrono l’occasione per soffermarsi sul diritto di eleggibilità dei cittadini “mobili” dell’Unione e sulla possibilità per gli Stati membri di introdurre limitazioni e deroghe al loro diritto di diventare membri di un partito politico. In un contesto più ampio caratterizzato dall’obiettivo di creare una coscienza politica europea e in attesa della pronuncia della massima giurisdizione dell’Unione, il presente contributo intende valutare se, come sostenuto dalla Commissione e condiviso dall’Avvocato generale, Polonia e Repubblica ceca siano andate oltre il margine di discrezionalità loro concesso dal diritto dell’Unione o, se invece, come affermato da questi Paesi, la limitazione dell’adesione ai partiti politici ai soli cittadini nazionali sia misura giustificata ai sensi dell’art. 4, par. 2, TUE.